POLO UNIVERSITARIO: ALIBI, GRIMALDELLI E FOGLIE DI FICO
1996-2001 La fissazione
Realizzare il "Polo Universitario" al S.Maria della Pietà è stato il tormentone di Sindaci, Presidenti di Municipio, Assessori, fin dalla fine degli anni 90.
In realtà, l'obiettivo universitario, si è sempre rivelato un grimaldello per fare altro.
Il grande progetto del "Polo universitario" al S.Maria è sempre stato utilizzato come controproposta alle iniziative di promozione dell'utilizzo socioculturale, ma di fatto, ha finito per diventare il pretesto con cui favorire e permettere la trasformazione sanitaria voluta dalla ASL.
Il primo progetto "Docci" del 1998 preverdeva l'utilizzo universitario di parte del complesso ma, soprattutto di una vastissima area esterna da edificare.
2002: L'occasione dei costruttori
Infatti, sempre con l'alibi universitario, la proposta di Piano Regolatore nel 2002, prevedeva l'edificabilità per circa 300mila metri cubi all'esterno dell'Ex Manicomio.
Nel 2003,. una straordinaria battaglia di cittadini ed associazioni riuscì a costringere il Comune a cancellare quella proposta che rappresentava una "follia" urbanistica andando ad incidere su un territorio già critico in termini di viabilità e servizi urbani.
La Centralità Urbana del S.Maria della Pietà è l'unica Centralità senza previsione di nuove edificazioni (ad oggi).
2007: Una copertura per la sanitarizzazione
Svanito l'interesse "edificatorio", l'ipotesi universitaria perse di interesse se non come materia di propaganda politica. Fino al 2007.
Con il Protocollo di Intesa del 18 aprile di quell'anno, Comune, Regione, Municipio, ASL e Università "La Sapienza" presentano entusiasticamente un accordo di "riqualificazione".
La presenza universitaria prevista è, tutto sommato, ridotta. Alla "Sapienza" vengono attribuiti 8 padiglioni, mentre 4 vengono destinati a casa dello studente con finanziamenti da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca.
I titoli dei giornali riportano gli entusiastici annunci dei protagonisti; "Rinasce il Santa Maria della Pietà", "Università e Cultura al Santa Maria della Pietà" e così via...
La realtà di quel Protocollo non viene però raccontata se non dalla voce isolata dell'Associazione Ex Lavanderia e delle associazioni storicamente impegnate sul S.Maria. E la realtà è che ben più di 8 padiglioni vengono affidati alla ASL RME esattamente 18.
L'Associazione Ex Lavanderia tenta inutilmente di denunciare una sanitarizzazione mascherata e di mettere in dubbio la reale volontà di realizzare il Polo Universitario.
In quel momento l'intero Centrosinistra, insieme al Centrodestra difendono il Protocollo e la voce della Ex Lavanderia si perde tra cori di entusiasmo e annunci fantasmagorici.
Per anni, nella sede del Municipio 14 è rimasta esposta la presentazione grafica del grande "Campus Universitario", prati verdi, giovani felici rigorosamente biondi e bellissimi.
2010: L'epilogo e gli altarini:
E' del 10 marzo 2010 la seduta del CdA della Sapienza che annulla la decisione di acquisire i padiglioni del S.Maria della Pietà. La notizia, tenuta segreta dalle istituzione esce a maggio per opera dell'Associazione Ex Lavanderia.
Il motivo della rinuncia è semplice: la ASL RME non ha liberato i padiglioni come promesso. Anzi, nei tre anni tra la firma del Protocollo e la rinuncia della "Sapienza" ha continuato la sua espansione ben oltre i padiglioni che le erano stati attribuiti.
Inoltre, il CdA della Sapienza, rileva che le proprietà e le titolarità sugli edifici è tutt'altro che certa. Su questo riproponendo esattamente gli stessi dubbi sul rispetto delle normative che poneva l'Associazione Ex Lavanderia e che riproporrà il Comitato Si può Fare.
E' singolare che l'organo di controllo della ASL, cioè la Regione Lazio, governata dai "pasdaran" del Grande Campus Universitario, abbiano permesso alla ASL di far fallire il mirabolante progetto, con una remissione economica, per la Regione stessa, di decine di milioni di euro, tra cessioni mancate e finanziamenti del MIUR per la Casa dello Studente.
E singolari furono le reazioni del Partito Democratico. Il PD lanciò una petizione per "l'Università al S.Maria della Pietà" senza che si capisse "a chi", se non a se stesso fosse rivolta. l'ex Presidente della Regione Montino, appena sostituito dalla Polverini, tentò, con la complicità di alcuni giornali di attribuire la responsabilità del fallito accordo con la Sapienza all'occupazione della Ex Lavanderia. Ovviamente la Ex Lavanderia non c'entrava nulla e fu facile, in una conferenza stampa del Maggio 2010 di fronte alla sede di "Repubblica" smontare questa "fake news".
Dopo questi sussulti, del "Campus Universitario" non se ne parlò più e, la ASL, poté, tranquillamente riprendere la sua opera di colonizzazione con il supporto della Regione Lazio.
Mentre, almeno fino al 2014, i ragazzi biondi, tra i prati verdi, continuavano a sorridere ai visitatori del Municipio XIV.
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